E' finita! Finitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Non sono più uno studente finalmente! Lunedì 22 luglio sono uscito per la prima volta da un'istituzione scolastica e universitaria respirando l'aria che respira un non-studente!
Una parte della mia vita è finita, quella che mi ha formato, e ora ne inizia una nuova.
Forse devo ancora capacitarmene, ma è strano. Non c'è più quella pressione che sento al lato del collo che mi dice "dài, mettiti a studiare, ora, che è già tardi"... Niente più ansia da esame, niente più paura di deludere i genitori con brutti risultati (beh, anche perché chiudere tutto con un 110 e lode direi che è una soddisfazione un po' per tutti coloro che mi sono stati accanto!)...
Insomma è finita! E ora? Ora si combatte per cercare lavoro, ma sono fiducioso, bisogna esserlo per cercare di ottenere qualcosa!
E oggi è anche il mio compleanno!
Un abbraccio a voi, che siete stati così comprensivi in questo ultimo periodo di mia - giustificata - assenza!:)
Dr. Jekyll
16 commenti:
Dottore!! Dottore!!
Bravo.. e auguri!!!!!!
Auguroni! :D
AUGURIII!
E complimenti per il 110 e lode ;)
110 e lode? Sei un secchione!!! XD
Congratulazioni, Dottore! Ora di nome e di fatto.
Auguri per il tuo compleanno!
Complimenti per il tuo 110 e lode!
In bocca al lupo per tutto!
Ma ora... GODITI LE VACANZE, GODITELE SPENSIERATO! :)
(ammazza che figurino che eri^^)
Moz-
ooohhhhhhhhh quante cose da festeggiare.....
Auguri per tutto allora, e il "bello" arriva ora.... il bello? uhmmm :)
Dottore (che vale due volte)... tantisimi auguri! :D
Buon compleanno, dottore! Ora pensa a in quale paese estero trasferirti per poter sfruttare la tua laurea! XD
E complimenti per il voto eccezzionale!
L'avessi avuta anch'io tutta questa voglia di studiare... :-)
Il Moro
Dottore, dottore....congratulazioni!!!!! :-)
Grazie a tutti, ragazzi :) e... più che secchione e voglia di studiare, si trattava soltanto di materie che bene o male erano finalmente interessanti e grossomodo inerenti a ciò che vorrei fare, per questo è stato anche più scorrevole e semplice come corso di studi :)
Ma complimenti!
Non vorrei fare il disfattista ne', ma la mia esperienza (non ero un nerd come te, ma il mio bel 104 l'ho porato a casa) e' stata che si', nei primi mesi ti senti sollevato da quella spada di damocle costante che ti sta sulla testa e che cia' scritto "esame". Pero' poi comincia l'angoscia della ricerca di lavoro. Si fa strada l'idea che l'universita' non sia servita a nulla visto che la societa' non la premia (anche se invero io sono sempre stato convinto - e lo sono ancora - dell'importanza della cultura a prescindere - ma la cultura, in fondo, cos'e'? Ci sarebbe da spendere capitoli interi a riguardo).
Poi, se sarai fortunato come me (in realta' io sono uscito dall'universita' quando ancora il lavoro c'era pressoche' per tutti), troverai lavoro. E dopo un po' ti accorgerai che e' tutta routine, che comunque non sei libero (anzi, lo eri molto di piu' da studente), che in fondo stai facendo una vita qualitativamente piu' brutta di prima, e non hai nemmeno il privilegio di poter utilizzare uno strumento (l'universita') che ti consente di espandere la tua mente in nuovi orizzonti. Ti riprometti di non smettere di studiare (seppure di farlo in modo diverso), ma poi alla fine non lo fai, perche' gran parte della giornata e' occupata al lavoro, e il resto ti senti troppo libero di utilizzarlo in attivita' piu' leggere. Io addirittura per uscire da questo vortice mi sono iscritto di nuovo in un'altra facolta' (filosofia). Ma ci vuole troppa abnegazione, in questo. Mi sono ritirato senza nemmeno fare un esame.
All'inizio il mio lavoro mi permetteva di imparare e migliorarmi (o almeno cosi' mi pareva). Ad oggi e' solo routine. Otto ore al giorno buttate.
Ti auguro una fine decisamente migliore della mia.
Complimenti per la laurea (anche se, ammetto, i secchioni da 110 e lode mi stanno un po' sul cazzo)
;-)
Innanzitutto non si tratta di essere secchione, semplicemente ho studiato qualcosa che mi piaceva e sono stato premiato. Non mi è mai piaciuto studiare, fino a questi due ultimi anni di magistrale dove ho potuto studiare qualcosa di davvero interessante e che mi è piaciuto. Ovviamente ci sono state materie che ho detestato, ma ho fatto uno sforzo e pazienza. Tra l'altro alla triennale uscii con un misero 93 e alle superiori con 77. Quindi non si tratta proprio di essere secchioni. Comunque grazie.
Per il resto, se fai un lavoro che ti soddisfa va bene così, sei fortunato e pazienza se a volte non puoi fare altro che ti interessi. In questa società il lavoro non è "work", ma "payed job", utile solo alla sopravvivenza. Le cose buone e che ti stimolano bisogna soltanto cercarle e trovarle con positività.
Dr. Jekyll (finalmente adesso l'appellativo "Dr." e' giustificato! :-))
Per quanto riguarda il secchione, non giustificarti, stavo solo scherzando! (so che non e' affatto merito tuo ahahah!).
Sulla disillusione sul lavoro invece parlavo sul serio.
Secondo me stai approcciando il problema con lo spirito giusto. Pero' la mia esperienza (che puo' essere senz'altro diversa dalla tua, te lo auguro) e' che un lavoro (un paid job e' necessario se non hai santi che ti consentano di evitare di sgobbare. Se poi e' un paid work, ancora meglio. L'importante e' che sia, appunto, "paid", visto che in una societa' cosi' occorre il "money" per portare a casa la pagnotta).
Il punto e' che sarebbe bello trovare, come dici tu, soddisfazione nel lavoro. E' sempre stato il mio approccio nella vita lavorativa. Ma poi bisognerebbe capire che significa "soddisfazione". Credo che sia un concetto individuale.
Ai tempi del liceo per me soddisfazione fosse riuscire a fare qualcosa che cambiasse il mondo in meglio (o almeno lavorare per questo scopo). Per sconfiggere la fame, le malattie, per livellare la ricchezza in modo che nessuno fosse costretto ad umiliarsi per un bicchiere di acqua pulita.
Durante l'universita' ho cominciato a formarmi uno spirito politico e ho capito che la disuguaglianza e' il carburante della societa' cosi' come la percepiamo. Proprio quella societa' che mi aveva consentito di fare il liceo e di pensare di dover lavorare per sconfiggere quella disuguaglianza, e che poi mi aveva consentito di iscrivermi all'universita' per crescere e capire che era un impegno inutile.
Allora, invece che cambiare la societa', ho cambiato prospettiva. In altre parole ho cominciato a pisciare un po' piu' in basso. E allora la soddisfazione e' diventata quella di fare qualcosa che non avrebbe contribuito a peggiorare la situazione. Che avrebbe aiutato l'individuo buono contro il cattivo. In questo modo non si sconfigge niente, ma almeno si rende il mondo un po' piu' vivibile. La matematica e l'informatica erano il mio pane. Ero bravo in questo (infatti sono laureato in scienze dell'informazione alla facolta' di matematica).
Arrivato a finire l'ultimo esame una profonda crisi di intenti mi aveva quasi indotto ad abbandonare tutto. Ho finito solo per inerzia e per i benevoli insulti dei miei compagni di corso quando ho confidato queste intenzioni.
Perche' l'informatica non serve a migliorare il mondo. Cosi' come, mi sembrava allora, niente di cio' che puoi fare individualmente serve a migliorare il mondo. Puoi fare il chirurgo e lavorare con abnegazione 24/7 a gratis in una missione in centrafrica e salvare tante vite umane, ma quelle vite umane non faranno che pesare sul mondo, facendo morire di fame altrettante vite umane. La verita' e' che l'uomo e' un parassita del mondo, e come parassita fare il bene (individuale o collettivo di specie) significa fare del male all'organismo ospite.
continua...
...continua
Allora dopo la laurea (sono finito in un'epoca in cui sei mesi di disoccupazione sono stati sufficienti per trovare un misero lavoro - una schifezza, ma buona per cominciare e trovare di meglio), dopo la laurea il concetto di "soddisfazione" e' diventato cercare di capire il mondo, almeno quello che si trova nelle immediate prossimita'.
Capire il mondo significa imparare. Per imparare bisogna studiare. In realta', allora ho capito che il fine non era la condizione di colui che ha imparato, che e' irraggiungibile, ma quella di colui che cerca di imparare. E questo, nel lavoro, non si realizza. Che sia un (paid) job o work. Scegli tu.
Ad oggi, per me, la soddisfazione sta nel lavorare bene. Faccio un programma fatto "esteticamente" bene e sono soddisfatto. Un algoritmo che affronta di petto un problema, lo supera con una soluzione che ho faticato ad inventare (si', inventare e' la soddisfazione, ad oggi, qualunque cosa stia inventando) e migliora il processo produttivo.
Lavoro in un'azienda nel campo automotive. Grazie ai miei programmi alcune case automobilistiche di lusso costruiscono carrozzerie piu' belle in modo piu' efficiente. Grazie ai miei programmi ci sono automobilisti soddisfatti che inquinano l'aria e foraggiano i Signori del Petrolio e della Guerra.
Con un po' di pathos mi viene in mente Shindler's List, dove Shindler esortava i suoi lavoratori ebrei a lavorare male, cosicche' le munizioni tedesche avessero problemi di fabbricazione. Naturalmente un punto di vista nobile, ma anche impossibile da realizzare in una societa' come la nostra.
Piu' modestamente mi viene in mete anche il finale di Mediterraneo, quando 'sti vecchi disillusi si incontrano dopo anni, con la consapevolezza di non aver combinato un cazzo nella vita, a mondare la verdura per il minestrone.
Ecco, un minestrone in una sperduta isola Greca forse e' il vero scopo della vita. Bisognerebbe forse focalizzarsi su quell'obiettivo.
Ad oggi mi piacerebbe riuscire a comprare una modesta cascina da ristrutturare. Ristrutturarla e mettere su un agriturismo. Un ristorantino tipico e delle camere per i turisti. Senza pretese, ma genuino. Insomma mi piacerebbe fare piu' o meno la vita che hanno fatto, da poveri, i miei nonni, studiando fino alla terza elementare.
Eppure non ci riesco, perche' ho una casa, una macchina, mi permetto di andare in ferie tutti gli anni, di mantenere un mutuo, una famiglia e un paio di cani, ma non mi posso permettere di piu'. La cascina di mio nonno costa troppo.
Scusa, questa dovrebbe essere la festa tua e io te la rovino con le mie crisi esistenziali.
Ti auguro di cuore di non finire disilluso come lo sono io.
Doppi Auguri, anche se in ritardo :) Per esperienza tutta via devo dirti che bisognerà studiare anche per il resto della vita, anche per gli aggiornamenti o altro, senza però l'occhio scrutatore dell'insegnante :)
Grazie! Sì ma quello l'avevo messo in conto! Sulla carta non sarò più uno studente, ma in realtà non smetterò mai di apprendere :)
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