Titolo: Il kimono rosso
Anno: 2011
Casa Editrice: Piemme
Pp: 412
Genere: storico
Ho trovato particolarmente interessante e appassionante
questo romanzo storico, della cui autrice, Leslie Downer, avevo già letto “L’ultima
concubina”. Chiariamoci subito: è un romanzo storico, ma le vicende storiche
effettivamente non sono che lo sfondo. Quello che la scrittrice mette in luce
per lo più sono le caratteristiche, le emozioni e i valori dei personaggi.
Sullo sfondo, la battaglia navale di Hakodate del 1869, che sancì la
fine del bicentenario shogunato Tokugawa. Siamo all’epilogo della guerra
Boshin, che vedeva schierati da una parte i sostenitori dello shogun e dall’altra
quelli dell’imperatore Meiji. La storia ormai è scritta, quindi l’esito lo si
conosce. Saranno infatti i fautori della restaurazione Meiji a vincere.
Gli uomini sono chiamati alle armi. E tra chi parte per la
guerra c’è chi lascia la propria famiglia a casa. E le mogli, come al solito
nella tradizione giapponese, devono badarci. Ma tra queste c’è chi rimane
totalmente sola e costretta a fuggire a causa dell’avanzata nemica. Una di
queste è la protagonista, Hana, che dovrà scappare dalla sua dimora,
abbandonando lì i suoi ricordi, belli o brutti che siano. Il futuro è incerto,
ma Hana ci spera fino alla fine, nonostante sembri rassegnata. Tra chi parte,
invece, c’è Yozo, schierato tra le file dello shogun, lassù, ad Hakodate, nella
gelida atmosfera dell’isola di Hokkaido. Formato dal codice samurai più ferreo,
la sua etica vacillerà quando si troverà dapprima a rispettare una promessa di
vendetta, e poi l’instabilità che solo l’amore può provocare nei nostri cuori.
Un romanzo ben confezionato e che non annoia. Ci comunica di
come i sentimenti possano far vacillare la fede nel proprio credo (in questo
caso quello samurai) e portare a scontrarsi contro i propri compagni disposti
invece a difenderla fino al punto di sacrificare ogni cosa, tranne che il
proprio onore e i propri ideali. Di come bisogna lottare per la propria
identità, anche quando ormai tutto sembra perduto, quando la propria vita è
nelle mani di burattinai crudeli. Di come si possa trovare più fedeltà nello
straniero che non tradisce, piuttosto che nei propri connazionali, pronti a
pugnalarti alle spalle. Di come si possa fare affidamento persino sul proprio
nemico, pronto a schierarsi dalla giusta parte contro i soprusi e le
ingiustizie.
La Downer non eccelle ai livelli massimi per stile, ma
questo non vuol dire che non sa scrivere. Tutt’altro. Non sarà una maestra, ma
sa disporre le vicende e le parole al posto giusto. Sa essere minuziosa e
attenta ai particolari della cultura giapponese e nel farci provare in prima
persona quello che provano i suoi personaggi. Sa descrivere senza annoiare,
dipingendo luoghi e situazioni che si costruiscono da soli nella nostra mente,
con la dovuta immaginazione ovvio. Insomma ci sa fare.
Sfogliatevele queste 400 pagine, non sarà tempo perduto.
Dr. Jekyll
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