Album: Dusk...and Her Embrace
Genere: Symphonic Black Metal
Anno: 1996
Casa discografica: Music for Nations
Ogni tanto mi piace dare una rispolverata ad alcuni album
che non ascolto da svariato tempo. Mi piace sedermi, raccogliermi in me stesso
e dedicarmi all’ascolto attento, senza distrazioni, di cd che in passato mi
hanno colpito o meno. A volte mi rendo conto di averli sottovalutati o
sopravvalutati, riscopro canzoni che mi facevano esaltare o mi viene da mandare
al diavolo me stesso per esser uscito pazzo per altre che non meritavano.
La riscoperta di questo periodo è Dusk...and Her Embrace dei
Cradle of Filth. Che dire… è un album magistrale. Black metal misto a gothic e romantic,
symphonic e vampiric. Denso di atmosfere gotiche e romantiche, con
delicati scatti frenetici. Alla voce
profonda di Dani si alterna quella scream più stridula, come un ululato ora
straziante ora rabbioso. Diciamoci la verità, qui sì che Dani ci sapeva fare.
Qui sì che la band aveva classe e ispirazione. Mi duole ammetterlo, ma gli
attuali Cradle non sono quelli di questo album. Ma va bene così, ogni band si
evolve e a me piace prendere ogni nuova release di qualsiasi band come un
prodotto a sé, non per forza riconducibile alla tradizione del gruppo di cui
reca solo il marchio. Certo pare strano che una band guidata da un frontman che
trovo quanto mai goffo, sia nelle performance live che nel cantato che ormai
sembra solo un continuo rigurgito, abbia composto canzoni monumentali come
Funeral in Carpathia. Una canzone splendida, forse una delle più belle. Romantica,
potente e emozionante. O A
Gothic Romance (Red Roses for the Devil's Whore), semplicemente gotica. La
straziante ballata Malice Through the Looking Glass. La title-track, Dusk And
Her Embrace, monolitica, tra le sue impennate violente e le sue soffuse
atmosfere armoniose. Si riconosce il drumming potente e sempre vario di Nick
Barker e il grazioso cicciotto sa sempre inserire le tecniche giuste nei
passaggi giusti. Le tastiere di Damien fanno danzare i nostri sensi tra chiese
diroccate, foreste fredde e saloni pittoreschi. Le chitarre di Gian e Stuart si
alternano sapientemente e si uniscono densamente, creando un concept perfetto. Il
basso di Robin crea quella nebbia che pervade tutto il percorso. E la voce di
Dani racconta, trasportandoci tra tristezza e rabbia, tra malinconia e
passione.
Lasciate a casa Bella e Edward, rimpiangerebbero di non far
parte di questo mondo vampiresco e non sono degni nemmeno di farne parte. Dusk
and Her Embrace è arte, questa!
Dr. Jekyll
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