23 aprile 2012

I Memes...Mah!

In una realtà dominata dall'ubiquita di internet e scandita dai ritmi dei social network, era inevitabile che un'altra mina all'umanità esplodesse per rovinarne l'evoluzione (anche se la chiamerei involuzione). Proprio a causa dei social network, Facebook su tutti, è dilagata una nuova -seppur è già un paio d'anni che zampetta di qua e di là- moda: quella dei Memes. Chi non conosce le facce che ricalcano gli stati d'animo più disparati della persona umana, descrivono situazioni particolari o esprimono pareri divertenti (?) su una qualsiasi questione. Ma, a ben pensarci questo doveva essere lo scopo iniziale, probabilmente lo è tutt'ora. Il problema è che ormai non sono i memes a ricalcare la persona umana, ma credo sia proprio il contrario: ci si esprime attraverso di questi.


Mi capita di ascoltare conversazioni (parlate, non scritte, intendiamoci) in cui un interlocutore fa una battuta e l'altro gli risponde: Lol! Emulando la memes in questione per poi tornare ad un'espressione neutra.








O ancora, fa uno "scherzetto" dicendo: ti ho trollato. O peggio, per indicare un povero ragazzo che preferisce rimanere a casa da solo tutto il giorno usa dire: è un forever alone. Potrei andare avanti, ma mi fermo per ora.






Inoltre si creano immagini, migliaia di immagini, con queste facce che ripropongono sempre delle solite situazioni... ancora... e ancora. Alla fine diventa ripetitivo, monotono, noioso. Non si riesce più a creare ironia se non attraverso l'uso di questi clichè.
Ma a parte questo, il problema è che tali linguaggi non istruiscono al corretto uso della lingua, a mio parere. Soprattutto se si considera il fatto di quanti adolescenti oggigiorno adoperino ormai questi social network. E' più facile, appunto, sentir dire in giro "è un forever alone" piuttosto che "è un emarginato". Alle volte poi sembra di vedere per strada dei gruppi di robot: dialogano tra loro, e anzichè ridere si esprimono con un lol, mantenendo inespressivo il loro volto, o se si arrabbiano dicono un lungo "Fuuuuuu" senza digrinare i denti e bestemmiare (e sarebbe meglio).
Insomma internet, con i suoi social network, concorre a omologare la società. Uccidendo la personalità di un giovane, il suo essere unico nel suo io, la formazione della buona cultura (ma riconosco al web i meriti per la diffusione di ciò che è interessante) e plasmando i rapporti sociali a un mero scambio di lettere, invogliando piuttosto a usare le chat per dialogare, anzichè preferire vedersi di persona.
E' un mio modesto parere, riconosco le eccezioni di chi riesce a non farsi influenzare se non da se stesso e riconosco i tanti meriti e le infinite utilità di internet. Ma concorriamo tutti al prevalere di una cultura sempre più trash e sempre meno dignitosa. E poi ci si lamenta dei giovani di oggi...


Dr. Jekyll

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