29 aprile 2012

Niccolò Ammaniti - Fango

Autore: Niccolò Ammaniti
Titolo: Fango
Anno: 1999
Casa Editrice: Mondadori
Pp: 322
Genere: Narrativa








Proseguendo ne "L'esplorazione Ammaniti", come la ho battezzata personalmente, sono arrivato alla lettura della raccolta Fango. Non c'è che dire, Ammaniti continua a stupirmi e ad inchiodare i miei occhi sulle sue pagine grazie alla sua semplicità profonda.
I sei racconti mettono in luce le varie tecniche narrative, in cui Ammaniti sa destreggiarsi molto bene. Con una scrittura cruda, diretta e mai scontata, descrive minuziosamente spaccati di vita, con la violenza, vizi e virtù (forse questi un pò meno) dell'italiano medio, la corruzione, il tradimento e il rispetto puramente opportunistico di tutta una società.
L'ultimo capodanno dell'umanità, il primo racconto che occupa praticamente metà libro (e che ha ispirato un film, L'ultimo Capodanno, di Marco Risi), è un labirintico incastro di situazioni che riguardano gli inquilini di un complesso residenziale nella periferia romana. Manca poco alla mezzanotte del nuovo anno, e, tra omicidi, volontari o involontari, feste da stadio di un gruppo di strampalati ultrà, vizi sessuali un pò particolari, rapine con sorpresa e sballi da droga, la festa non può che finire in un'esplosivo epilogo che paradossalmente vede sopravvivere chi voleva morire e morire chi voleva vivere.
Rispetto è la rappresentazione perfetta del classico branco di individui da discoteca, che, per sfuggire alla solita routine e vivere del loro divertimento, si dà ad eccentrici passatempi in spiaggia. 
Ti sogno, con terrore è un thriller con colpo di scena, un pò prevedibile, ma comunque piacevole da leggere, considerato che Ammaniti sa dipingere in maniera davvero egregia le emozioni e gli stati d'animo dei suoi personaggi.
Lo zoologo è stato forse il mio racconto preferito, forse perchè come tema mi è caro. Tra l'horror e il soprannaturale, è un'allegoria di uno studente che diventa uno zombie, non vi dico come, il cui unico obiettivo è dare un esame dopo essersi "ammazzato" di studio. Inoltre mi ha fatto pensare un passaggio dell'introduzione di questo racconto...

"Pane al pane. Vino al vino. Diciamoci le cose come stanno. Gli studenti, i giovani, non lo vogliono capire. Da qui non si cava un ragno dal buco. Se ne devono andare. Via. A studiare da qualche altra parte. La vera ricerca in Italia non si fa. E' inutile. Arriviamo sempre due anni dopo."

[...]

 "E' tutto uno schifo. I concorsi sono pilotati, dirottati, drogati, alterati. E' la solita merda italiana. Già molto prima del bando ci si accorda per i vincitori. Si rubano i soldi per la ricerca. I privati non investono. Non c'è professionalità. Non c'è niente. E? un baraccone allo sbaraglio."

[...]

"Anche chi è dotato di una volontà di ferro deve, in ogni caso, fare i conti con una struttura marcia e lottizzata e adeguarsi. Bisogna pur sopravvivere. Chiunque voglia arrivare a insegnare in un'università italiana ha la necessità di legarsi a un professore che detiene un qualche potere politico o accademico, che lo spinga in avanti, che gli faccia da rompighiaccio e lo salvi dagli squali. Anche gli studenti più brillanti e determinati non possono affidarsi esclusivamente alle proprie capacità."

Insomma così era più di dieci anni fa e così è ancora, se non peggio, oggi.
Fango (Vivere e morire al Prenestino) è il perfetto ritratto della vita dello spacciatore e del gangster, dei suoi problemi per la sopravvivenza e messo in schiavitù semi-volontaria dal grande capo di turno. Il racconto è colorato di action e ritmo, in cui ogni passo del protagonista è accompagnato dai suoi stati d'animo.
Carta e ferro, sono due racconti, che vanno dall'horror-comico all'assurdo. Non ci ho trovato una morale specifica, ma ho capito che l'autore si è divertito solo a giocare con i brividi nostri e dei protagonisti.
Per concludere, racconti molto belli, non granchè a confronto degli altri due romanzi che ho letto (Come Dio Comanda e Io Non Ho Paura), ma, per quanto mi riguarda, Ammaniti continua a catturarmi e incuriosirmi.

Dr. Jekyll

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