25 aprile 2012

Niccolò Ammaniti: Io non ho paura

Autore: Niccolò Ammaniti
Titolo: Io non ho paura
Anno: 2007
Casa Editrice: Einaudi
Pp: 219
Genere: Narrativa










Dico solo che l'ho iniziato a leggere ieri pomeriggio, per un'oretta. Poi ho ripreso a studiare, sono andato a prendere Miss Hyde che usciva da lavoro, abbiamo cenato e visto un film. A letto, in un'altra ora, l'ho finito. Tutto ciò sarebbe già un commento. 
Ho scoperto Ammaniti grazie a un mio amico - vi rimando al link del suo interessante blog -, qualche settimana fa. Dopo essermi mangiato in quattro giorni Come Dio Comanda, ho trovato una superoffertona di tre suoi libri a pochissimo prezzo e li ho fatti miei. Intanto c'è stato il break di 7 - Il Numero Maledetto. Finito questo sono ritornato a letture migliori con Io non ho paura. Ora mi chiederete: ma come, non avevi mai letto niente di Ammaniti? Ebbene no, seppur lo conoscessi non avevo mai avuto ancora la scintilla che mi spingesse a provare a leggerlo. Quindi sicuramente molti di voi già lo conosceranno. Poco male.
Per chi invece ancora non abbia letto questo libro, posso solo dire che è una storia semplice. Ma nella sua semplicità sta la sua specialità. Ammaniti sa essere essenziale nella scrittura. Non un'essenzialità banale, ma tutto il contrario. Con poche parole già ci fa provare ciò che sentono i suoi personaggi, ci fa intuire delle cose o smentisce le nostre supposizioni. Ammaniti sa manipolare la scrittura e con questa rendere unica anche un'azione più banale. Non usa uno stile coreografico che alla lunga risulta ridondante. Ci sa fare, alla grande.
E diamine, se per un attimo non mi sono sentito Michele, come se tornassi ad avere nove anni, con l'innocenza infantile che ci porta a errare in buona fede o cercare di fare qualcosa di buono anche se sarebbe sbagliato per gli altri. Ci vien voglia di picchiare Felice, ma il nostro corpicino esile non ce lo consentirebbe. Vorremmo odiare Salvatore, ma siamo troppo ingenui e buoni per poterlo fare davvero. Vorremmo non sentirci tanto frustrati quando cerchiamo l'affetto di mamma, distratta dalle sue preoccupazioni a causa delle quali si sfoga con noi. Eppure sentiamo e sappiamo che ci vuole bene. Siamo pronti a sfidare i mostri della notte per accorrere da Filippo e romperci una caviglia pur di tentare di salvarlo. 
Cavolo sono proprio un bambino. Voglio crescere e dire ai grandi di non essere cattivi, anche per scopi nobili. Ma chi vuoi che ascolti un bambino disubbidiente di nove anni? Fa niente, voglio vivere la mia infanzia nella mia innocenza. A costo di ricevere sculacciate.

Dr. Jekyll

2 commenti:

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Purtroppo l'Ammaniti che conosco io è solo quello di "Come Dio comanda", e se è lo stesso anche negli altri romanzi, allora credo che possa essere definito forse uno dei migliori attuali autori (italiani). Gestisce ottimamente la narrazione sia nella trama (in "Come Dio comanda" il ritmo è tale da rendere impossibile prendere fiato fino all'ultima riga del libro!), sia, per quanto ricordi, nello stile, asciutto, essenziale, e rispettoso dello "Show, don't tell" - fatta eccezione per alcune piccolissime entrate "fiabesche" del narratore, ma perdonabili.

P.S. Grazie per la citazione! :D

Dr. Jekyll ha detto...

E di che! Guarda, ho iniziato oggi a leggere il primo racconto di Fango, 136 pagine, e l'ho già finito! Anche nelle "opere minori" ci sa fare! Appena finisco questo mi aspetta Ti Prendo e Ti Porto Via, e vedremo se si consacra, almeno per me.

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