26 agosto 2012

Donato Carrisi - La donna dei fiori di carta

Bello. Bellissimo. Emozionante e trascinante. Donato Carrisi lo conoscevo grazie al suo magistrale thriller d'esordio, Il Suggeritore, e, reduce dalla lettura del suo ultimo thriller, Il Tribunale delle Anime, stupendo anch'esso, mi sono incuriosito quando ho letto che lo scrittore aveva sperimentato qualcosa di diverso dal suo solito con questo breve romanzo, La Donna dei Fiori di Carta. Lo stesso Carrisi l'ha definito un noir, il tema della morte è centrale, ma appare diverso dalla morte violenta dei suoi thriller, è un qualcosa di naturale e decisivo, il culmine di una vita speciale e appagante. Siamo nell'aprile del 1916, in piena Guerra Mondiale, quando il medico dell'esercito austriaco Jacob Reumann viene incaricato di scoprire il nome di un prigioniero italiano, per poter effettuare uno scambio con un ufficiale austriaco sequestrato dall'altra compagine bellica. Siamo sul monte Fumo, in un'ambientazione di ghiaccio che paradossalmente si scontrerà col calore delle emozioni che si vivranno. Il medico incontra il prigioniero per cercare di carpirne il nome, ma costui gli dice che glielo rivelerà, ma prima dovrà porgli tre domande: chi è Gunzman? Chi era l'uomo che fumava sul Titanic? Chi sono io? A queste domande il prigioniero risponderà con un racconto, anzi una serie di racconti interconnessi. Racconti che parlano di un narratore, Gunzman, un tabagista che non fuma mai più di una volta lo stesso tabacco. Un uomo che, per vivere, fa il cantastorie, che, viaggiando tanto, incontra tante persone le cui storie farà sue e che vive delle esperienze che lo formeranno. Un uomo che troverà l'amore della sua vita, ma per conquistarlo dovrà recarsi in Cina, a scoprire cos'è l'amore, sentendo cantare le montagne. Un uomo che da lì cercherà la musica per ammaliare e sedurre quella donna fatale, viaggiando in Argentina dove troverà quella musica nel tango. Un uomo che ritornerà a Parigi per conquistare la sua donna, portando quel tipo di musica che ancora non era arrivata lì. Un uomo che continuerà poi a viaggiare, inseguendo il sogno di scoprire una montagna senza nome per poterle dare il nome che vorrebbe. E che incontrerà, dopo diversi anni, un suo vecchio amico, un collezionista, anche di donne, Dalì. Inevitabilmente la sua storia si fonderà con quella di quest'ultimo, grazie alla donna che Gunzman ama. 
Una storia che porterà a riflettere Jacob, abbandonato dalla moglie, quella stessa donna che, per catturare la sua attenzione, infilava dei fiori di carta nel suo camice da medico. Una storia fatta di storie, che richiama il Calvino di Se una Notte d'inverno un Viaggiatore. Una storia che si snoda attraverso le coltri del fumo del tabacco di Gunzman, tra risvolti fiabeschi e dove la realtà si va a confondere con la fantasia. Ma chi sarà l'uomo che fumava sul Titanic? Sarà davvero il mercante di tessuti riconosciuto all'unanimità dai superstiti del disastro, ma la cui data di morte lascia perplessi? E il prigioniero chi è e che rapporto ha con Gunzman, come fa a conoscerlo e a sapere la sua storia? Non mi va di svelarvi nulla, nemmeno i magnifici risvolti finali o dei piccoli dettagli che potrebbero sorprendervi prima ancora della lettura di questo romanzo.
Una nota riguardo il titolo: può sembrare strano che il libro abbia per titolo un soggetto minore, come la moglie del medico, ma Carrisi stesso ha dichiarato, e ben lo si capisce leggendo il romanzo, che il vero motore di questo romanzo sono le donne. Infatti lo scrittore, in un'intervista, ha detto:

La donna dei fiori di carta, nel romanzo, è un personaggio secondario. Le donne di questa narrazione sembrano personaggi in ombra, in secondo piano, in realtà sono il motore dell’universo. Può bastare un solo sguardo per l’innamoramento, anche cinque minuti d’amore possono creare una storia. Il mondo maschile è diviso in due fazioni, “i collezionisti di donne” e i “collezionisti di minuti d’amore”, io appartengo alla seconda categoria. Per il mondo della fiction ho sempre scritto thriller o storie d’amore, entrambe infatti hanno la stessa struttura, c’è un protagonista ed un antagonista. Le storie d’amore in cui i personaggi principali si amano senza intoppi sono poco avvincenti.

Un bellissimo libro. Non c'è nulla da aggiungere, se non un consiglio vivissimo alla lettura. Perchè, spesso ormai si è troppo abituati a leggere storie scritte per essere vendute, mentre ci sono storie che sono scritte per il semplice gusto di raccontare. Non a caso, è forte il richiamo a se stesso che Carrisi lancia nel suo libro, mettendo le parole in bocca al suo personaggio: "Io sono l'ultimo aedo!".

Dr. Jekyll

2 commenti:

Mr Ink ha detto...

Finalmente ho trovato la tua recensione Dr. Jekyll: concordo pienamente! E' fantastico :) In estate, sicuramente mi ritaglierò un pomeriggio per rileggerlo! Se ti interessa, sapendo che l'avevi adocchiato anche tu, sul mio blog trovi la recensione in anteprima di L'ipotesi del male. Carrisi, che te lo dico a fare, ormai è una garanzia ;)

Dr. Jekyll ha detto...

S^, ho visto che c'è una nuova recensione sul prossimo di Carrisi, ma di solito non leggo niente prima di aver divorato il libro in questione XD Decisamente sì, Carrisi è un titano :D

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