26 giugno 2012

Atmosfere da partita della nazionale.



Domenica 24 giugno 2012

Passeggiare mentre è in corso una partita dell'Italia è un'esperienza che sono certa di condividere davvero con non troppe persone (corse per spostarsi tra la fine del primo e l'inizio del secondo tempo escluse). 

L'ultima volta non si è trattato di un lungo tragitto, giusto il tempo di un gelato, ma lo scenario è sempre lo stesso: gente nei bar seduta con le gambe all'aria e birra in mano, signore sui balconi con la tv avvicinata alla finestra che si vede pure dalla strada, retrobotteghe aperte per accogliere amici e conoscenti senza invadere casa. Per strada: il nulla. Giusto una macchina con una donna alla guida, dall'aria disperata perché forse il compagno non risponde al telefono troppo preso da ben ventidue tizi che si contendono una palla. Fuori da una pizzeria a portar via delle mamme armate di passeggino aspettano di portar la cena alla marmaglia che hanno a casa. E noi coi gelati. Manco le zanzare, per fortuna. 
Poi, all'improvviso, con un effetto domino, partono insulti da un angolo all'altro dell'isolato, coprendo l'ovvio boato di tutto il resto della strada, quartiere, città, nazione. Il boato non si protrae troppo a lungo e non è nemmeno troppo intenso, gli epiteti non erano troppo pesanti, la gente nei bar è seduta, quindi no, non si tratta di goal, al massimo una punizione. Spallucce da "mah, chissene" e si va avanti. Pochi passi e, stesso effetto, tipo ola, di urla gioiose e trombette. Le mamme coi passeggini che si preoccupano casomai i bambini si svegliano. Nei bar sono ancora belli e accomodati quindi niente di che. Poi torna il silenzio, quel particolare silenzio di gente che trattiene il respiro e non parla per nessun motivo al molto, mentre di sottofondo ronza la tv e i cori dei tifosi dello stadio. Il gelato è finito, torniamo a casa. 

In questi momenti un po' "fuori dal mondo" ci si sente particolari, speciali. O particolarmente speciali. O specialmente particolari, come più vi aggrada. Ci si sente esenti dal rimbambimento di quella scatola vuota che è la televisione, e da quella macchina di soldi che è il calcio. Ed ancora, è in questi momenti che mi accorgo di quanto nel nostro paese si sia uniti per assistere ad una partita giocata da sconosciuti. E di come vanno bene gli scambi economici, e come sono bravi a mettere le persone giuste al posto giusto, quando si tratta di calcio. Sono tutti bravi, potrebbero fare tutti gli allenatori o i presidenti a sentirli parlare. Poi, quando l'arbitro fischia la fine della partita, quando finisce la rubrica sullo sport del telegiornale, quando finiscono le trasmissioni della domenica...poi si diventa così incredibilmente stupidi, e tutto quello che è oltre il calcio va a puttane, quando è quello che dovrebbe interessare prima di ogni altra cosa. Ecco cos'è il nostro paese. 
E non ho nessuna intenzione di tifarla per nulla al mondo, nessuna intenzione di dire "Forza Italia".


-Miss Hyde-


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